Ore di sciopero e tensione a Irpiniambiente, dove i dipendenti senza stipendio contestano i vertici dell’azienda. Dopo dieci anni vissuti al riparo da polemiche e in un clima di condivisione politica trasversale e bipartisan, la società si ritrova nel passaggio più difficile della sua storia, alla vigilia del riassetto che l’Ato dei Rifiuti dovrà fare nei prossimi mesi. La legge regionale 14/2016 ha stabilito il ritorno ai poteri ordinari dopo un decennio di supplenza commissariale deciso dal Parlamento nel 2009, quando furono affidate responsabilità e prerogative alle Province, allora non ancora declassate ad ente di secondo livello. L’inerzia degli stessi Comuni nel decidere il superamento della transizione sta determinando un cedimento del sistema. Ci sono Comuni che hanno affidato la gestione dei rifiuti in autonomia, ci sono difficoltà nella redazione di un piano industriale che calmieri i costi del servizio, ora c’è il problema della liquidità, aggravata dall’emergenza coronavirus, che ha imposto oltre tre mesi di fermo produttivo. In questo clima di incertezza, i lavoratori del settore ecologia sembrano i primi ad avere la sensazione che occorrerà rimettere mano rapidamente ad un assestamento.

Ecco che il blocco degli stipendi innesca una miccia pronta in realtà da quattro anni, da quando la legge ha stabilito l’azzeramento delle gestioni uscenti. In mattinata i lavoratori si sono radunati sotto le finestre della società, contestando i vertici di cui hanno chiesto le dimissioni. Tra i dipendenti c’erano numerosi sindacalisti, che pure in questi mesi hanno insistito per un rafforzamento di Irpiniambiente, attraverso un affidamento diretto del servizio integrato da parte dell’Ato. Si tratta di una opzione che la manifestazione di oggi rende meno convincente. Sul posto erano presenti anche agenti di Polizia per garantire un ordine pubblico, che non è venuto meno, nonostante la calca. Alla fine l’amministratore unico Matteo Sperandeo è sceso per incontrare i lavoratori e assicurare il pagamento degli stipendi giovedì. Per ora si prende tempo, in attesa che i Comuni, peraltro esposti verso l’azienda in molti casi, decidano a chi e come affidare il servizio di gestione del ciclo integrato. In qualunque caso, le forze lavoro presenti passeranno di cantiere.

LEGGI ANCHE:
“L’Ato Rifiuti rilanci Irpiniambiente”. Codella (Fit Cisl): affidamento subito
Il Consorzio Industriale Asi riduce la perdita. Ma la sfida è su Zes e investimenti
Sele Tanagro Calore, con il Contratto di Fiume patto tra Aree interne e costiere
ARTICOLI CORRELATI