«Mi auguro che la lezione di Moro ispiri per il meglio i dirigenti Pd, rammentando che questo partito è nato con l’obiettivo fondamentale di rilanciare la democrazia italiana». Così Enzo De Luca, esponente del Partito Democratico avellinese e campano, ricordando il quarantacinquesimo anniversario dal sequestro di Aldo Moro e dall’eccidio della sua scorta a Roma, in via Fani, avvenuto il 16 marzo 1978 ad opera di un manipolo di terroristi feroci e sanguinari.

IL MONITO. «Nel ricordare il sacrificio estremo a cui fu costretto il Presidente della Democrazia Cristiana, non possiamo dimenticare chi è caduto per difendere le istituzioni italiane: gli agenti della scorta Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino», prosegue De Luca. «Quello che la stampa e la storia hanno definito ‘attacco al cuore dello Stato’, perpetuato attraverso il rapimento, un farsesco processo mediatico e l’assassinio del più rappresentativo esponente politico e istituzionale italiano della fase repubblicana, è servito in ultima analisi a modificare profondamente la vita pubblica del nostro Paese, che nel volgere dei tre lustri successivi ha visto cancellata dagli scandali di Tangentopoli quasi per intero una classe dirigente».

Per l’esponente irpino del Pd, occorre rileggere la lezione morotea che il terrorismo ha tentato di annientare con la barbarie. «I terroristi intendevano minare nel tessuto culturale e sociale italiano l’imprescindibilità del sistema democratico», spiega. «La politica in generale, il Partito Democratico più di tutti, sono chiamati oggi a riaffermare il concetto di democrazia come il fondamento non negoziabile della convivenza civile, come lo strumento esclusivo per assicurare e mantenere la sovranità popolare attraverso il più ampio coinvolgimento dei cittadini nel governo e nelle istituzioni del Paese, partendo dalle forze politiche». Questa riflessione si traduce nel giorno del più doloroso dei ricordi nazionali in un monito. «Il ricordo di Moro e della sua lezione vanno inquadrati all’interno dei processi che hanno portato alla complessa nascita del Pd sulla scena europea e mediterranea proprio per rilanciare e rafforzare la democrazia italiana, annodando quarantacinque anni dopo la Strage di via Fani un filo spezzato tra la legge elettorale e le riforme costituzionali. Per questo anche il Pd uscito dalle ultime primarie deve battersi, dando continuità al suo patto fondativo».

«NON VANIFICARE IL SACRIFICIO ALTO DI CHI HA SERVITO L’ITALIA DEMOCRATICA». Per Enzo De Luca, quindi, «occorre riscoprire una politica delle riforme, che faccia della Costituzione e dell’etica la sua bussola, puntata invariabilmente verso il senso del bene comune e dello Stato. Il Pd deve volgere lo sguardo alle scadenze che abbiamo di fronte e rinsaldare le forze, assimilando questo anniversario come l’inizio di una nuova luminosa fase della democrazia italiana».
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La lezione di Moro ispiri per il meglio i dirigenti Pd. Appello di Enzo De Luca
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