Rete ictus in Irpinia e Sannio prende forma ad Avelino da oggi. Il Centro Hub dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino coordina i manager delle aziende ospedaliere e sanitarie di Avellino e Benevento, riuniti per ottimizzare i percorsi per la gestione coordinata e fluida del paziente con ictus acuto. La nuova Rete Ictus della Regione Campania ha infatti designato l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino come Centro Hub (Stroke Unit di II livello) per la macroarea Avellino-Benevento, con l’Azienda San Pio di Benevento e il presidio Sant’Ottone Frangipane Bellizzi di Ariano Irpino come Centri Spoke (Stroke Unit di I livello).
Nell’aula magna della Città ospedaliera di Avellino si terrà lunedì 14 aprile, dalle ore 8,30, il primo dei due incontri formativi (il secondo è in programma per il 5 maggio), proprio per migliorare le modalità di presa in carico del paziente e uniformare le procedure, attraverso la condivisione e l’applicazione di linee guida e di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) standardizzati. L’evento “Pdta ictus: dal territorio alla Stroke Unit” vedrà la partecipazione di tutti i Direttori generali delle Aziende coinvolte: il manager dell’Azienda Moscati, Renato Pizzuti, dell’Azienda San Pio di Benevento, Maria Morgante, dell’Asl di Avellino, Mario Vittorio Nicola Ferrante, e dell’Asl di Benevento, Gennaro Volpe, nonché il presidente dell’Ordine di Medici della provincia di Avellino, Francesco Sellitto. «L’ictus ischemico – spiega Florindo d’Onofrio, responsabile della Stroke Unit dell’Azienda Moscati – è una patologia tempo-dipendente, come l’infarto, e pertanto è fondamentale intervenire rapidamente per ridurre disabilità e mortalità. L’Azienda Moscati ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale proprio per la rapidità dei trattamenti. È uno tra i pochi centri in Italia a garantire un percorso integrato e completo per l’ictus ischemico, dalla presa in carico iniziale con il 118, fino alla riabilitazione nel plesso Landolfi di Solofra e al ritorno a casa del paziente. Ogni anno, la struttura ricovera circa 500 pazienti con ictus ischemico, garantendo trattamenti di eccellenza, come la trombolisi endovenosa e la trombectomia meccanica, grazie a tecnologie avanzate di neuroimaging». L’incontro di domani è organizzato in due sessioni: nella prima si analizzeranno le tematiche d’interesse dall’identificazione del codice ictus, all’intervento del 118 fino al ricovero in Stroke Unit; nell’altra, invece, si parlerà della gestione multidisciplinare della malattia, anche con la simulazione di un caso clinico. «Per ottimizzare il lavoro di tutti i soggetti della macroarea Avellino-Benevento coinvolti nella presa in carico del paziente – evidenzia il Direttore generale Pizzuti – è necessaria una formazione condivisa e attenta. Questo primo incontro è solo l’inizio di una sinergia da alimentare e migliorare costantemente per arrivare a un’assistenza integrata e sempre più personalizzata».
L’ICTUS CEREBRALE IN ITALIA RAPPRESENTA LA TERZA CAUSA DI MORTE, DOPO LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI E LE NEOPLASIE, E LA PRIMA CAUSA ASSOLUTA DI DISABILITÀ. In Italia ogni anno, circa 185.000 persone vengono colpite da ICTUS cerebrale. Di queste 150.000 sono i nuovi casi mentre 35.000 sono gli ICTUS che si ripetono dopo il primo episodio. L’incidenza è proporzionale all’età della popolazione: è bassa fino a 40-45 anni, poi aumenta gradualmente per impennarsi dopo i 70 anni. Il 20% delle persone colpite da ICTUS per la prima volta muore entro un mese ed un altro 10% entro il primo anno. Fra le restanti, circa un terzo sopravvive con un grado di disabilità spesso elevato e un altro terzo presenta un grado di disabilità lieve o moderata. Si calcola inoltre che la spesa per la fase acuta (ricovero) dell’ICTUS rappresenti solo un terzo del totale della spesa dovuta alla malattia. Più elevato è invece il costo causato dall’invalidità che rimane dopo l’ICTUS, per la necessità di ricovero in strutture assistenziali, perdita del lavoro, impegno della famiglia.
Proprio per ridurre la grave disabilità e il rischio di morte, l’ictus è stato giustamente inserito tra le patologie tempo-dipendenti alla stregua di quanto avviene per l’infarto del miocardio, in quanto diventa fondamentale trattare quanto prima possibile questi pazienti, grazie ai progressi delle nuove procedure di Neuroimaging come TC o RM perfusionale, con una finestra terapeutica sempre più ampia che ha raggiunto al momento le 9 ore con la trombolisi ev e alle a 6 ore con la possibilità in casi selezionati di raggiungere le 24 ore con la trombectomia. Nella UOSD Stroke Unit dell’AORN “S.G. Moscati” vengono ricoverati ogni anno circa 500 pazienti con ictus ischemico che dopo la fase di stabilizzazione vengono trasferiti nella UOC di Neurologia e successivamente presso la Fisiatria Funzionale di Solofra. La percentuale di questi pazienti di Avellino con ictus ischemico potenzialmente trattabili con trombolisi ev o trombectomia meccanica, secondo le attuali linee guida dell’Italian Stroke Association (ISA) del 2020, dovrebbe essere del 35% per la trombolisi endovenosa e del 15% con trombectomia meccanica. Da questi dati e in relazione alle attuali Linee Guida, si possono ipotizzare per anno 120-130 trombolisi ev e 60-70 trombectomie (primarie e/o secondarie).
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Rete ictus in Irpinia e Sannio, il Centro Hub Moscati di Avellino coordina i manager sanitari
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