
L’Asl entra nelle case per il Covid-19: 20 interventi in 72 ore. Sono attive da tre giorni in Irpinia le quattro unità mediche USCA per curare a casa i malati di Covid-19 che si trovano in isolamento domiciliare. L’Asl di Avellino ha fornito il dettaglio della Assistenza COVID-19 a domicilio. «Sono stati eseguiti tutti i 20 interventi richiesti dai Medici di Base», così suddivisi: 2 martedì 7 aprile (uno ad Ariano, 1 ad Avellino e 1 a Cervinara); 9 mercoledì 8 aprile (3 ad Ariano, 1 a Grottaminarda, 5 ad Avellino); 8 giovedì 9 aprile (3 ad Ariano, 1 a Grottaminarda, 1 ad Avellino, 3 a Cervinara. L’Asl Avellino «chiede la massima collaborazione da parte dei Medici di Base e dei Pediatri di Libera Scelta, soggetti deputati all’attivazione del servizio di assistenza a domicilio.

Tale servizio, infatti, può risultare estremamente utile per i pazienti affetti da (o sospetti) COVID-19, al fine di fornirne un’adeguata cura e limitarne il ricovero ospedaliero». Per questo l’azienda, «nel rinnovare l’invito alla cittadinanza a rivolgersi, in caso di necessità, al proprio medico di famiglia per attivare la visita a domicilio delle Unità mobili – ricorda che il servizio di diagnosi e assistenza per coronavirus in Irpinia è attivo 7 giorni su 7 nei seguenti orari»: UM1 (Ariano I.): Dal Lunedì alla Domenica dalle ore 9 alle ore 15. Ed ancora: Martedì, Giovedì e Sabato dalle ore 16 alle ore 19 – UM2 (Grottaminarda): Dal Lunedì alla Domenica dalle ore 9 alle ore 15- UM3 (Avellino): Dal Lunedì alla Domenica dalle ore 9 alle ore 15 – UM4 (Cervinara): Dal lunedì alla domenica dalle ore 9 alle 15.

DA 72 ORE IN PRIMA LINEA: ECCO CHI SONO I COORDINATORI. Con delibera approvata dalla direzione generale dell’Asl di Avellino, a partire da lunedì sono attivate le 4 Usca- Unità Speciali di Continuità Assistenziale, ovvero unità mobili attive sull’intero territorio aziendale, con postazioni fisse ad Ariano Irpino, Grottaminarda, Monteforte Irpino e Cervinara. L’allestimento e attivazione è stata resa possibile dalla risposta delle 29 figure sanitarie mediche, che hanno risposto al bando della Asl di Avellino ad aderire al progetto “Combattiamo il virus sul territorio”. Di queste soltanto 16 hanno però hanno accettato l’incarico. Si tratta di medici di continuità assistenziale, medici in possesso del corso di formazione specifica in medicina generale, laureati in medicina e chirurgia iscritti all’ordine dei medici, ed altre figure. Ha risposto al bando un solo pediatra, per la categoria afferente a pediatri di libera scelta. Le funzioni di coordinamento sono state affidate ai medici: Maria Chiara Francese per l’unità mobile di Ariano Irpino, Alfredo Petrone e Francesco Giuseppe Spatola per l’unità di Grottaminarda, Irma Clemente per Cervinara e Isabella Di Filippo per Monteforte Irpino. L’incarico ha una durata di tre mesi, salvo rinnovo per l’emergenza.

CON LORO L’ASL ENTRA NELLE CASE PER IL COVID-19. ECCO LA MISSIONE DI QUESTE “GUARDIE MEDICHE” SPECIALI. Sul territorio i medici incaricati avranno il compito di monitorare i pazienti e neutralizzare la possibilità di ulteriori contagi. Il timore percepito dai cittadini è che sul territorio non ci sia contezza reale del fenomeno. Molte persone risultano chiuse in casa con persone sintomatiche che attendono il tampone. Da qui si genera la paura che la quarantena possa non dare i risultati sperati. Stando a quanto riferito dalle ‘voci di dentro’, ci sarebbero ancora molti anziani che attendono di essere valutati, controllati e rassicurati. Dopo la pesante ondata d’urto che ha preso di mira la struttura ospedaliera, è arrivato il momento di cedere il passo alle Usca. Altro nodo da sciogliere nelle prossime ore, sarà invece la capacità delle Unità Mobili di effettuare anche i test sierologici, sebbene il Governatore De Luca abbia limitato l’uso dei test rapidi del sangue soltanto agli operatori sanitari negli ospedali. Dall’attivazione dei presidi mobili, si attende una ulteriore indagine epidemiologica, che andrà a incrociarsi con la banca dati prodotta dal Dipartimento di Epidemiologia di Avellino. Altro aspetto non secondario infine, è l’attesa sui tempi di ripristino di tutte le altre attività ordinarie del nosocomio, che sono state sacrificate per la cura del Coronavirus.
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