Oltre mille casi di isolamento domiciliare in Irpinia, sottoposti a stretto monitoraggio dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Avellino: si tratta di persone che hanno avuto stretti contatti con chi è risultato positivo al test, e che necessitano di controlli costanti per capire se l’infezione possa svilupparsi o meno. Parliamo di intere famiglie tenute sotto stretta vigilanza degli operatori, che rappresentano l’impegno più gravoso per gli operatori impegnati sul territorio. Ogni mattina entro le 10.00 il Dipartimento invia il rapporto completo dell’attività svolta all’Unità di crisi della Protezione Civile regionale, ma anche alla Prefettura e al Comando Generale dei Carabinieri. Il report prodotto prevede l’aggiornamento della banca dati, quindi la registrazione dei casi positivi al Covid-19, e fra questi l’elenco di chi è ricoverato in ospedale e chi affronta la malattia a casa in isolamento; ma anche chi è in ospedale occupa i posti letto della terapia intensiva e chi è deceduto. Durante la giornata il personale si fa carico di effettuare le indagini prima del risultato ufficiale dei tamponi e procede alla messa in isolamento delle persone che vengono di volta in volta ritenute potenziali contagiati. Vengono raccolte le segnalazioni dei medici di famiglia, che visitano i loro assistiti e allertano la nostra struttura nel caso di sospetta positività, chiedendo che vengano sottoposti a tampone.

Sul territorio sono impegnate due auto per il prelievo domiciliare del tampone, ma gli stessi prelievi devono adeguarsi alla capacità del laboratorio dell’ospedale Moscati, tale per cui gli operatori del Dipartimento effettuano fino a 40 tamponi al giorno. La sera arrivano i referti dell’ospedale e vengono confrontati con la banca dati della struttura, tali da procedere a nuova operazione- l’indomani mattina- di ricostruzione della rete di collegamenti, e quindi all’isolamento di ulteriori possibili contagi.
“I NUOVI CASI POSITIVI SI RISCONTRANO SOPRATTUTTO TRA CHI È GIÀ IN OSSERVAZIONE SANITARIA”. “I casi di positività aumentano e noi continuiamo a sorvegliare i contatti stretti delle persone che sono risultate positive; spesso si tratta di intere famiglie” spiega Onofrio Manzi, coordinatore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Avellino, che illustra il ruolo centrale dell’unità operativa nella gestione dell’emergenza sanitaria. Oltre mille casi di isolamento domiciliare in Irpinia per contenere il rischio di contagio. “Dei recenti tamponi positivi registrati, la maggior parte dei casi sono attribuibili a persone che sono già in isolamento da almeno una settimana e dalla nostra indagine epidemiologica riusciamo a individuare ipotetici casi di positività, e prevenire con l’isolamento. Il vero problema sono gli asintomatici, che non sapendo di essere positivi, contagiano a tappeto. Ad Ariano ad esempio, grazie al lavoro di ricerca messo in campo dalla nostra unità, siamo riusciti ad individuare anche qualche caso di asintomaticità, intervenendo tempestivamente e prolungando l’isolamento con ulteriori 14 giorni”.

LA DICHIARAZIONE DI GUARIGIONE: UN ITER COMPLESSO. Il dottor Manzi chiarisce che per ritenere una persona fuori pericolo e iscriverla nell’elenco dei guariti, la procedura prevede che si debba verificare la fine della sintomatologia, ovvero la scomparsa della febbre da almeno 3 giorni, l’esito negativo di due tamponi effettuati nel giro di 48 ore e una Tac favorevole. L’estenuante lavoro portato avanti dal personale sui territori e in laboratorio, affida al Dipartimento un ruolo centrale nella missione di monitoraggio e quindi di contenimento del Coronavirus in provincia di Avellino. “Questa terribile esperienza è iniziata con i primi casi registrati ad Ariano Irpino: dopo la prima settimana avevamo già chiara la situazione sull’evoluzione del virus sul territorio, perchè ci sono state anche degli eventi che hanno fatto da cassa di risonanza per una rapida diffusione, e che ci ha portato di fatto, ad un lavoro frenetico e continuo” ha spiegato Manzi.

LE INDAGINI SANITARIE SPESSO ANTICIPANO I TAMPONI. “Ad oggi, con i casi positivi riscontrati nel nostro Dipartimento e la quarantena disposta per alcuni operatori, abbiamo moltiplicato gli sforzi. Le nostre indagini vengono portate avanti da una struttura che agisce in maniera capillare e si avvale di 6 medici e diversi amministrativi. Le esigenze sociali sono tante e cerchiamo di offrire al meglio il nostro contributo: durante la giornata interveniamo con indagini prima del risultato ufficiale dei tamponi e procediamo alla messa in isolamento delle persone che riteniamo potenziali contagi” conclude.
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