Su reddito di cittadinanza a Montoro il Movimento Cinque Stelle interroga il Sindaco Girolamo Guaquinto. «Come è noto, in questi giorni è stato dato il via alla cosiddetta ‘seconda fase’ del reddito di cittadinanza che prevede che i Comuni predispongano le procedure utili per l’istituzione di P. U. C. (progetti utili alla collettività) nei quali inserire i percettori della misura economica», ricorda in una nota il gruppo del MeetUp di Montoro.
«Ad oggi – continuano gli attivisti – non risultano pubbliche le procedure relative all’attivazione dei suddetti progetti, poste in essere dall’amministrazione comunale per i 468 (fonte INPS) cittadini montoresi percettori del Reddito di Cittadinanza a Montoro».

Il Movimento ricorda che «che la mancata attuazione dei P.U.C. non solo costituirebbe una inosservanza rispetto alla normativa vigente, ma soprattutto priverebbe la collettività dell’apporto di ore di lavoro svolte a servizio della comunità». Per questo, «con lo spirito propositivo e collaborativo che sempre ci contraddistingue, ieri abbiamo protocollato presso l’ufficio comunale un’istanza di interpello al sindaco Giaquinto e alla giunta per sapere se sono state avviate le procedure necessarie all’attivazione dei P. U. C. e quali progetti il Comune di Montoro intende mettere in atto e, se non ha ancora provveduto, entro quale termine intende farlo. Attendiamo fiduciosi un riscontro», concludono gli attivisti.

PROGETTI DI PUBBLICA UTILITÀ E REDDITO DI CITTADINANZA, UN DECRETO REGOLAMENTO E DISCIPLINA I PROGETTI. I Comuni hanno la possibilità di avviare progetti di pubblica utilità che i beneficiari del Reddito di Cittadinanza andranno a svolgere. Un decreto ministeriale, concertato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo con i gli enti locali, definisce le modalità di tali impieghi. «Il Comune è il titolare dei Progetti Utili alla Comunità e può avvalersi della collaborazione di enti del Terzo Settore o di altri enti pubblici. I PUC possono essere svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, contribuendo alla costruzione di una comunità migliore», si legge nella nota ministeriale. «Il decreto delinea i confini delle attività che possono essere realizzate: i percettori di Rdc, infatti, non possono svolgere attività in sostituzione di personale dipendente dall’ente pubblico proponente o dall’ente gestore nel caso di esternalizzazione di servizi o dal soggetto del privato sociale; non possono altresì ricoprire ruoli o posizioni nell’organizzazione del soggetto proponente il progetto e non possono sostituire lavoratori assenti a causa di malattia, congedi parentali, ferie e altri istituti, né possono essere utilizzati per sopperire a temporanee esigenze di organico in determinati periodi di particolare intensità di lavoro».
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