Contro il Conte bis un siluro da Di Maio a intesa M5s-Pd. Il capo politico del Movimento inaugura uno stile opposto a quello tenuto durante i 14 mesi di alleanza con Matteo Salvini, e pone aut aut, evocando anche il ricorso al voto in tempi rapidi. Così all’uscita dal colloquio con il premier incaricato Giuseppe Conte, al termine del giro di consultazioni per la formazione del governo. Al di là dei contenuti elencati, pretendendo dai gruppi parlamentari fin qui disponibili a sostenere un governo di coalizione, la linea professata da Luigi Di Maio pone evidentemente la questione del suo ruolo nel governo. Ma su questa sua accelerazione non ha calcolato che il Pd potrebbe decidere di non proseguire e di accettare elezioni anticipate. Sondaggi alla mano, è proprio il Movimento Cinque Stelle destinato a pagare dazio, mentre sale nel Paese la popolarità di Giuseppe Conte, di gran lunga il leader politico (dopo Sergio Mattarella, prima istituzione del Paese) più apprezzato, con una percentuale doppia rispetto a Matteo Salvini, quasi tripla rispetto a Matteo Renzi. Chiudere la porta al governo in questo modo porterebbe certamente ad un giudizio su di lui almeno impietoso quanto quello che ha ridimensionato il Ministro dell’Interno. Taglio dei parlamentari alla ripresa dei lavori delle Camere, no patrimoniale, sottolineando che nessuno finora l’ha posta, revoca della concessione sulle autostrade, mantenimento dei decreti sicurezza, no a nuovi inceneritori, alcuni dei punti indicati come non negoziabili.

PER I DEMOCRATICI «PAROLE IRRICEVIBILI». ZINGARETTI HA ANNULLATO IL SUMMIT CON DI MAIO PREVISTO IN SERATA. La posizione di Luigi Di Maio, se dovesse rappresentare quella del Movimento, potrebbe portare la trattativa per il nuovo governo ad un punto morto. In precedenza, il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti aveva consegnato ai giornalisti una posizione di chiara apertura. Sottolineando che la notizia di una svolta italiana oggi consente al Paese di guadagnare sul debito per il calo dello Spread, Zingaretti non ha posto veti e pregiudiziali sui decreti sicurezza, «basterà seguire le indicazione di Mattarella», proponendo tagli fiscali per i redditi medio bassi e scuola e università gratis per le famiglie meno abbienti. La reazione dei Del resta improntata alla responsabilità, ma si respinge ogni ipotesi di ultimatum. Zingaretti ha annullato l’incontro con Di Maio previsto in serata, lasciando il campo alle delegazioni politico-parlamentari.
VERTICE M5S-PD A PALAZZO CHIGI. Il Premier incaricato ha riunito i rappresentanti dei gruppi parlamentari di M5s e Pd, i capigruppo M5S Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva e i Democratici Andrea Orlando e Dario Franceschini per fare il punto sulla situazione. Ufficialmente l’incontro era già programmato, ma a questo punto rappresenta probabilmente l’ultima opportunità per salvare la trattativa. Giuseppe Conte ha avviato una ricucitura, delineando un percorso di lavoro per consentire di elaborare un programma condiviso da entrambe le forze politiche, partendo dalla prime linee programmatiche presentate da Pentastellati e Democratici. Conte incontrerà di nuovo i due partiti domani mattina per arrivare ad una sintesi. La notte porterà consiglio. Ma in casa Cinque Stelle sembrano non mancare i problemi.

NEL CENTRODESTRA. Da registrare nel Centrodestra l’affondo di Silvio Berlusconi contro la Lega, accusata di aver inseguito la possibilità di restare al governo con il Movimento Cinque Stelle, per difendere posizioni sovraniste e populiste incompatibili con i princìpi liberali e consoni al popolassimo europeo. In precedenza, la delegazione di sottosegretari inviata dal Carroccio a parlare con il premier incaricato si era limitata ad avere assicurazioni, non ricevute, circa il mantenimento dei provvedimenti varati dal governo gialloverde fino alla crisi.
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