
Conte Premier e Di Maio fuori dal Viminale. La trattativa riparte da questi due punti fermi messi dal Pd e dal Movimento Cinque Stelle, i primi con dichiarazioni e il secondo con una nota: «Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore», si legge. «Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità». Nel frattempo, mentre Alessandro Di Battista mette pressing sui Democratici, lasciando trapelare suoi contatti in corso con la Lega, dal Quirinale si fa sapere attraverso canali istituzionali che il Presidente della Repubblica è pronto a concedere altro tempo ai partiti ma solo dopo aver dato l’incarico. Domani pomeriggio, quindi, la delegazione Pd dovrà indicare Giuseppe Conte come il suo candidato premier nel nuovo governo.
ALTA TENSIONE IN MATTINATA. Zingaretti non ha incontrato Conte e Di Maio questa mattina per la svolta sul governo con le delegazioni. Senza un’adesione preliminare del Pd all’incarico per Giuseppe Conte la trattativa non andrà avanti, si era fatto sapere con un comunicato dai Cinque Stelle. Dopo quattro ore di riunione delle due delegazioni a Palazzo Chigi lunedì fino a tarda sera Zingaretti non aveva ancora sciolto il nodo. La giornata dedicata ai vertici interni ai due partiti, aveva avuto uno sbocco favorevole alle 18 di ieri, quando a Palazzo Chigi si erano riuniti per poco più di 25 minuti i massimi rappresentanti dei due partiti, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Lo stesso Giuseppe Conte era rientrato a Roma dal G7 in vista delle due giornate decisive di consultazioni al Quirinale, fissate in agenda. Ma su alcuni contenuti della legge di stabilità e caselle ministeriali c’è ancora da discutere. Il problema è Luigi Di Maio. La richiesta del Viminale, poi smentita, ma anche la volontà di essere confermato vicepremier. Una circostanza politica non ammissibile, hanno spiegato i Democratici, visto che la quota di Giuseppe Conte è politica, non tecnica. I Cinque Stelle hanno il Premier, non ha senso accostare al professore pugliese un altro vice, che non sia di colore diverso, appunto Pd, quasi certamente Andrea Orlando. Non a caso ieri sera era presente alla riunione delle delegazioni come Vicepremier in pectore. Zingaretti ha il pieno sostegno dei Democratici, da Matteo Renzi ai gruppi parlamentari. Nel prossimo colloquio si dovrebbe raggiungere l’intesa sulla svolta programmatica e di assetto del governo posta dal Pd come condizione per l’alleanza. Conte dovrebbe assumere il ruolo di garante di questa svolta, nei confronti dei partiti maggiori, in attesa di condividere anche con le altre componenti il percorso.
LE SCADENZE. Se il Pd lo accetterà come premier, mercoledì sera intorno alle 20 Giuseppe Conte potrebbe salire al Colle per ricevere l’incarico dal Presidente della Repubblica accettandolo con riserva, per avere la possibilità di condurre le consultazioni con le rappresentanze politico parlamentari, in modo da poter disegnare con ordine l’esecutivo completo da proporre al Capo dello Stato. Esteri, Interni, Rapporti con l’Ue e, soprattutto, Economia, i Dicasteri sotto i riflettori. Luigi Di Maio vuole il Viminale. Giuseppe Conte è stato Presidente del Consiglio nel Governo gialloverde dal 1 giugno 2018. Da domani, 27 agosto 2019, potrebbe assumere l’incarico (sia pure con una brevissima riserva) per il nuovo Governo formato dal Movimento Cinque Stelle, dal Partito Democratico, da Leu e da altre formazioni presenti nel gruppo misto nei due rami del Parlamento, tra i quali Più Europa. Slitta a domani la Direzione nazionale dei Democratici, convocata per ratificare il via libera al governo giallorosso. Per Pd e M5s le consultazioni al Quirinale sono previste mercoledì pomeriggio. L’impressione è che la giornata di oggi trascorrerà in attesa dell’epilogo decisivo di domani.

NEL POMERIGGIO L’AUSPICIO DELL’ANPI PER UNA CONCLUSIONE POSITIVA DELLA TRATTATIVA TRA M5S E PD. Nel pomeriggio la Presidente dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Carla Nespolo, aveva commentato l’evoluzione della crisi di governo. L’esponente dell’Anpi aveva auspicato un argine al «clima di odio e razzismo che sta spaccando il Paese». Ed aveva auspicato una «svolta democratica e costituzionale, ispirata al valore della dignità, dei diritti umani, della parità di genere, del lavoro, dell’ambiente e dell’europeismo».
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