In ventimila ad Avellino contro le mafie al fianco delle istituzioni. Una moltitudine di persone e tantissimi giovani nel Capoluogo irpino da tutta la Campania per partecipare ad un corteo promosso contro le mafie al fianco delle istituzioni.
Tantissimi i ragazzi che si sono mescolati alle istituzioni democratiche e a chi ogni giorno con o senza divisa serve lo Stato nella difesa del diritto di cittadinanza nel nostro Paese. Con il Prefetto, i Sindaci, le Forze dell’Ordine, migliaia di studenti hanno attraversato la città sventolando i volti dei martiri per la legalità con l’omaggio ai servitori dello Stato caduti per difendere la libertà e i diritti della gente comune. Manifestazione senza precedenti per partecipazione e adesione quella promossa da Libera in IrpiniaLa XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata e curata dall’Associazione Libera Avellino rappresenta per la città e l’intera provincia un monito soprattutto per le nuove generazioni.
Con gli studenti e gli insegnanti i sindacati, il mondo del volontariato, ma anche tanti cittadini, che hanno seguito a tratti il corteo formatosi in viale De Gasperi, nei pressi dello Stadio Partenio, per raggiungere piazza Libertà, dove le autorità presenti, a cominciare dal Prefetto Maria Tirone, dal Commissario Prefettizio di Avellino, Giuseppe Priolo, hanno letto i nomi dei martiri caduti per difendere la legalità.
Nella galleria fotografica alcuni dei suggestivi scatti realizzati dalla Prefettura di Avellino e disponibili sul sito istituzionale dell’Ufficio Territoriale di Governo di Avellino ffdg.
A don Peppe Diana (un chicco di grano, uno al cielo)
Opera originale di Fabio Strinati
Ho una preghiera foderata di bianco.
Un gesto per il popolo a volte stanco, scurito
in vólto a causa di uno sparo
che ferisce persino il suo stesso vuoto.
Provo un dolore immenso
nel vedere una famiglia che trema che segregata
vive dietro una finestra
che ha paura di spalancarsi alla vita,
avvolta da un’anima troppo preoccupata
di mostrarsi forte quand’è un’arma in pugno
a dettare il ritmo del respiro,
o il battito del tempo.
Ho una preghiera ammantata di bianco.
Un gesto per il popolo spesso vessato dal branco,
una frase avvolta da un pensiero
come inizio di una vita che si rasserena
mentre un’altra che si preoccupa
per chi vive un’arida giornata
o di quel sole cosí caldo
che nasce ogni mattino,
che potrebbe
non arrivare a sera.

LO SPECIALE DEDICATO ALLE VITTIME DELLE MAFIE DA RAI STORIA
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