
«Negli ultimi venti anni il Sud è stato tradito. La questione meridionale non è un problema che riguarda solo i cittadini di quest’area del Paese e non si contrappone alla questione settentrionale, ma insieme ad essa è parte di un ragionamento sull’unità nazionale ed elemento centrale per lo sviluppo economico dell’Italia». E’ quanto ha sostenuto il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, durante il convegno sul tema «Ricominciamo dal Sud…Perché no?», organizzato dall’associazione “L’Altra Avellino”, presso il Carcere borbonico del capoluogo. (Leggi l’articolo)

All’iniziativa hanno partecipato anche il rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, il consigliere delegato di Triboo e autore del libro dal quale ha preso spunto la discussione, ed il presidente nazionale della Lega dilettanti, Cosimo Sibilia.

«E’ necessario – ha proseguito Boccia – aprire un dibattito nel Paese e passare dalla constatazione all’azione, indicando soluzioni. In una fase di difficoltà generale come quella che stiamo vivendo non ha senso dividersi, ma piuttosto bisognerebbe confrontarsi tra territori, tra forze politiche e tra i partiti ed i corpi intermedi».
Non è mancato poi un riferimento alle potenzialità dell’Italia: «I nostri paesaggi, insieme alla nostra cultura e ai prodotti di eccellenza sono apprezzati in tutto il mondo. Spesso dimentichiamo che siamo la seconda realtà manifatturiera d’Europa. L’industria resta il motore dello sviluppo: dei 550 miliardi provenienti ogni anno dall’export, 450 vengono da questo settore».
Di qui anche la polemica con il governo: «C’è chi gioca a fare la guerra con gli altri Paesi. Adesso a Confindustria toccherà lavorare alle relazioni economiche con la Francia, che è uno dei principali partner commerciali dell’Italia e detiene quote significative dei nostri titoli pubblici. Ma evidentemente qualche ministro, che a giorni alterni fa il leader dell’opposizione, dimentica il ruolo che dovrebbe svolgere un rappresentante istituzionale».

Altro capitolo quello dei cantieri: «Le infrastrutture servono all’ammodernamento del Paese e soprattutto delle aree più svantaggiate. Sono un elemento essenziale per costruire una società inclusiva ed aperta perché collegano le periferie al centro e l’Italia al mondo e creano occupazione. Non possiamo rinunciare a assi viari come la Lioni-Grottaminarda o la Torino-Lione».
Boccia ha poi avanzato una proposta per il rilancio del Mezzogiorno: «Servono adeguati investimenti pubblici ed un grande piano per la promozione del lavoro giovanile, con detassazioni e decontribuzioni per le aziende che assumono a tempo indeterminato».

Il rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, ha illustrato la strategia messa in campo negli ultimi anni dall’Ateneo, che ha consentito che nella classifica de Il Sole 24 risultasse al 15° posto in Italia ed al 1° nel Centrosud: «Abbiamo puntato sulla qualità e sul merito, recuperando risorse finanziarie nonostante i tagli all’Istruzione. Il numero di iscritti è in continua crescita ed oggi abbiamo un bacino di 40 mila studenti, sui quali abbiamo investito, rimborsando le tasse a chi è in regola con gli esami e non supera una determinata soglia reddituale Isee. Si tratta di 3 studenti per 3 milioni di euro complessivi».
Altri punti di forza dell’Università sono il Campus e la programmazione degli interventi: «Quest’ultima è proprio ciò che manca al Sud e all’Italia. E’ da lì che bisogna ripartire».
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