In pochi giorni lee Zone Economiche Speciali, le cosiddette ZES, hanno subìto una accelerazione, che entro la fine del mese potrebbe produrre l’avvio delle programmazioni in Campania, in particolare. Si attendono le norme sulla semplificazione attese da settembre. Martedì al Senato è atteso il Decreto Semplificazioni per la conversione in legge, contenente una misura che riguarda le Zes e le Zls, le analoghe Zone logistiche speciali introdotte per il Centronord. Ad annunciarlo il senatore pentastellato Mario Turco, componente della commissione Bilancio. Nel Decreto è stata inserita una misura che permette di accelerare, semplificandole, le procedure per attivare le Zone Economiche Speciali. Nella sostanza, la legge consente una facilitazione del meccanismo di accesso agli interventi di urbanizzazione primaria per tutte le imprese che investiranno nelle aree interessate. In attesa di leggere nel dettaglio il testo della norma, gli analisti considerano questo provvedimento necessario per rendere efficace l’intero programma delle Zone Economiche Speciali, come pure avevano segnalato nei mesi scorsi imprenditori e rappresentanti confindustriali.

«STRATEGIA PER LA RIPRESA AL SUD». Con un provvedimento della Giunta regionale della Campania varato nel 2016, sono state definite le opportunità disponibili per le Zes, «in termini di incentivi finanziari, di sgravi e di esenzioni doganali e fiscali, di semplificazioni normative e amministrative», recepite dal Governo nello scorso mese di settembre. Nei prossimi giorni Palazzo Santa Lucia ufficializzerà la governance delle Zes, aree di insediamento produttivo nelle quali sono previste semplificazioni amministrative e benefit per le imprese che vi rientreranno, della quale farà parte anche l’Asi di Avellino, che avrà competenza diretta per i nuclei di Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio. Da quel momento si potrà concretamente avviare l’attività di programmazione degli interventi infrasstrutturali, della pianificazione strategica, quindi, delle iniziative di promozione degli spazi disponibili a Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio. «Siamo in attesa dei decreti attuativi che vareranno la cabina di regia per la governance, della quale è confermato che farà parte anche l’Asi di Avellino, insieme agli altri consorzi», aveva affermato pochi giorni fa il Presidente del Consorzio Asi, Vincenzo Sirignano. «Nei nostri uffici di Avellino verrà istituito un punto informativo, per fornire alle aziende tutte le notizie utili su questa nuova realtà ed i vantaggi che potranno derivarne».

LINEE DI CREDITO APERTE DA INTESA SAN PAOLO PER GLI INVESTITORI. Nel frattempo il mondo economico è pronto alla sfida industriale sulla logistica in Campania e nel Mezzogiorno. La Banca Intesa San Paolo ha annunciato una linea di credito di 1,5 miliardi di euro alle Zes del Sud d’Italia. L’operazione si annuncia fortemente interessate per le grandi imprese. La Campania offre una piattaforma logistica di 5100 ettari (aree individuate dal piano di sviluppo strategico della Regione), cui si aggiungono 300 ettari per un’eventuale eccedenza di domanda.Una volta definito il quadro normativo, questi investimenti sono veloci. L’intera operazione sburocratizzata passa sotto il controllo diretto delle autorità speciali dedicate e ai privati. L’operazione riguarda strategie di sviluppo logistico a supporto delle aree portuali. Le zone interne diventano piattaforme logistiche retroportuali, che consentono ai porti di aumentare i volumi dei traffici marittimi internazionali, implementando ed estendendo la ricchezza prodotta dalle attività industriali e commerciali collegate.

PATTO TRA MONDO FINANZIARIO E IMPRENDITORIALE. Nei giorni scorsi, nella sede dell’Unione Industriali Napoli, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, il Presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, i rappresentanti delle associazioni territoriali campane del sistema Confindustria e il Direttore regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia Intesa Sanpaolo, Francesco Guido, hanno definito un fronte unico in raccordo con la Regione Campania, per compiere ogni utile azione volta ad accelerare l’operatività della ZES. Obiettivi indicati: la semplificazione normativa, la riduzione dell’Irap per chi investe nel perimetro delle Zes, tra l’altro.
ZES, NUOVI POLI PER L’INVESTIMENTO. Le Zes, le Zone Economiche Speciali, sono una settantina in Europa, 2700 nel mondo. Nascono per rendere duraturi gli investimenti produttivi privati internazionali, grazie ad agevolazioni e semplificazioni. All’interno del perimetro geografico individuato come Zes, si applica per un periodo di tempo prestabilito una legislazione economica differente da quella nazionale. Le Zes rappresentano una evoluzione delle Zone franche. I tagli delle imposte e le forti semplificazioni burocratiche garantite alle imprese che sottoscrivono un impegno duraturo al mantenimento delle produzioni si associano ad altri interventi, come possibili incentivi per gli investimenti iniziali, agevolazioni o esenzioni fiscali, deroghe alla regolamentazione sui contratti di lavoro, canoni di locazione ridotti e utenze a tariffe agevolate. In Italia il modello è stato sviluppato e approfondito con successo a Milano. In Europa hanno dato risultati significativi soprattutto in Polonia, dove se ne contano il numero maggiore, ma ce ne sono anche in Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Malta. Olanda, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Gran Bretagna. A livello globale la Cina ha fatto di questo lo strumento principale per importare con le imprese straniere il know how necessario a far germogliare a livello locale un’industria autonoma paragonabile a quella europea o americana.
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